Decluttering: l’arte di fare spazio

Quante volte ci è capitato, aprendo l’armadio, di imbatterci in caterve di abiti mai messi o di accumulare sulla scrivania carte, riviste e giornali. Per non parlare dei cassetti stracolmi o delle borse che custodiscono mondi sconosciuti persino alle loro proprietarie. Il superfluo e l’inutile ci invadono. Rischiamo di essere letteralmente fagocitati da ciò che non ci serve. Urge fare ordine: dobbiamo liberarci di ciò che ci opprime. Il decluttering appare quindi l’unica soluzione praticabile.

To declutter non significa solo riordinare ma vuol dire fare spazio. Si tratta di liberarsi di ciò che non serve. Ridurre però il decluttering soltanto all’eliminazione di oggetti inutili sarebbe fortemente limitante. Non ci liberiamo infatti solo degli oggetti ma anche del loro significato e valore emotivo.

Mettere ordine nel proprio angolino è un’operazione complessa dai risvolti psicologici interessanti. Questo gesto all’apparenza semplice infatti permette di tenere a distanza non solo l’inutile ma anche i ricordi associati ad esso. Nel momento stesso in cui eliminiamo l’indesiderato, allontaniamo infatti una fonte di stress e di frustrazione lasciando spazio all’inatteso e nuovo.

Ma cosa ci induce ad accumulare? Prima di tutto la nostra intrinseca insicurezza e la nostra necessità di autoaffermazione. Gli oggetti ci rassicurano: più abbiamo e più ci sentiamo al sicuro. Riteniamo inoltre che ciò che possediamo ci rappresenti ed ci identifichi e non è del tutto sbagliato in effetti.

Ciò da cui non riusciamo a liberarci è legato spesso ad un passato o momenti da cui però bisogna svincolarsi. Solo in questo modo infatti nuova linfa vitale può essere data alla creatività, alla progettualità e alle idee. Solo così nuovo impulso può essere dato alla nostra vita.

continua alla pagina seguente –>

6 risposte a "Decluttering: l’arte di fare spazio"

Lascia un commento